Se ti è mai capitato di fare un colloquio di lavoro, che tu fossi il datore o il candidato "al tavolo", hai notato come parlare "dopo" potesse trasformarsi in un vantaggio competitivo. Impariamo a metterci sempre nella situazione più safe & confident per noi.

C'è chi dice che i soldi non fanno la felicità. Vero. Ma possono spingerti nel baratro se usati male. Perché la verità è che i soldi devono essere un mezzo e non un fine. Impariamo a "dominare" i soldi e a fare in modo che non condizionino il nostro processo decisionale.

"Il peso delle parole dipende da chi le dice" rappa Fabri Fibra. Ed è vero. Al tavolo questa cosa la si impara subito. Prima di reagire con la nostra decisione dobbiamo imparare a valutare correttamente chi ha fatto azione per non rispondere in maniera errata e poco profittevole.

Il Poker è un "gioco" di persone. La vita pure. Qui c'è poco da dire. Le relazioni guidano le nostre decisioni. Dobbiamo imparare a costruire rapporti solidi, a conoscere chi abbiamo davanti consapevoli che gli altri staranno facendo lo stesso con noi.

Il Poker è un "gioco" di informazioni. Informazioni costruite nel tempo che condizionano e determino le nostre decisioni presenti e future. Se ci pensi è quello che ti succede tutti i giorni in qualunque contesto.

Un errore grave che puoi fare è valutare in maniera sbagliata le persone. Ma ancora più grave è non avere la giusta percezione di come loro stiano valutando te.

Il Poker non è un gioco di carte. Non sono le carte che giocano per te. Le carte sono solo uno degli strumenti che puoi usare per vincere la mano. Le carte rappresentano solamente una delle tue risorse. Un po' come saper palleggiare a calcio. Poi vai in campo e c'è tutto il resto.

E poi devi decidere. Non è mai facile, non è mai perfetto o sicuro, sbaglierai spesso. È il Poker. È la vita. Però una buona struttura è un ottimo punto di partenza per costruire il tuo processo decisionale che ti permetta di scegliere con coscienza e consapevolezza.